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giovedì 3 giugno 2010

Iperemotività e timidezza


Iperemotività e timidezza

Essere iperemotivi o timidi può rendere difficili le relazioni con gli altri, la vita sentimentale e quella professionale. Con un pò di impegno però di si possono affrontare, ecco come.


Iperemotività
Quattro donne vedono un ragno correre sul muro: la prima si mette a gridare per lo spavento; la seconda prova ribrezzo ma mantiene la calma; la terza afferra uno straccio e lo utilizza per gettare il ragno fuori dalla finestra; la quarta osserva incuriosita le sue evoluzioni.


Queste reazioni, che nell’esempio sono riferite a un episodio banale (ma possono essere estese a situazioni molto più serie), illustrano i diversi gradi di emotività: in alcune persone viene controllata dalla razionalità; in altre viene spesso lasciata libera di esprimersi… anche prima che il fatto immaginato e temuto si verifichi!

La persona iperemotiva ha comportamenti e reazioni fisiche sempre sproporzionati all’evento che li ha generati: impallidisce (oppure arrossisce), non riesce a fermare il tremito delle mani, suda abbondantemente. È incapace di coordinare le idee, prova un senso di panico e la voglia assurda di scappare o di rompere la prima cosa che le capita a tiro. In pratica
Imparare a controllare la propria emotività significa diventare più maturi. Ecco come riuscirci.
  • Non abbandonarsi all’impulso, ma cercate di riflettere su quanto si sta per dire o fare
  • Sforzarsi di incanalare l’eccessiva emotività dedicandosi a uno sport o a un hobby
  • Convincersi che non esistono antidoti alla possibilità che accada qualcosa di brutto, e che i sentimenti negativi non hanno una funzione scaramantica
  • Parlare con gli altri della propria emotività: aiuta a sentirsi meno soli
  • Cercare di valutare le situazioni con buon senso e spirito critico
L’eccessiva emotività non va confusa con la timidezza dato che in entrambe le situazioni si può arrossire.



Timidezza
La persona timida si sente insicura, goffa e perdente, tiene tutto dentro. Il dramma è che tutti si accorgono di questo suo “difetto”: infatti balbetta o fa scena muta, ha le mani che sudano e il viso che avvampa.

Ma è anche una persona riservata, sa ascoltare gli altri, non è impulsiva, sa riflettere, è moderata nell’espressione di sé e dei propri sentimenti, è dotata di autocontrollo e si è portati a credere che non menta.

Quando questa emozione è eccessiva, però, può causare problemi non indifferenti per la vita sentimentale, professionale e di relazione: per esempio, la difficoltà a esprimere la propria opinione e il timore di mettersi in gioco anche quando la situazione lo richiederebbe.
In pratica
La timidezza si guarisce con un pò di fiducia in se stessi, pazienza (non si può cambiare improvvisamente carattere e modo di fare!) e determinazione. Ecco come.
  • Convivere con le proprie reazioni, imparare a non nasconderle
  • Sorridere delle proprie gaffes
  • Mostrare il proprio disagio: fa scattare la comprensione degli altri e aiuta a superare il momento
  • Ricordare che non si è inferiori ad alcuno e che le proprie idee valgono quanto quelle degli altri
  • Non rinunciare a sostenere il proprio parere
  • Chiedere aiuto agli amici per superare ansie, dubbi e paure
  • Evitare di essere aggressivi per nascondere la timidezza: meglio mostrare ciò che si è che rischiare di diventare antipatici
  • Indossare un abbigliamento semplice: evita di attirare l’attenzione, fa sentire comodi e quindi sicuri
  • Sfruttare a proprio vantaggio la timidezza: le donne che arrossiscono suscitano tenerezza e simpatia negli uomini, e la loro fragilità li induce a “proteggerle”

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