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mercoledì 14 luglio 2010

Adolescenti e sessualità






Secondo la Società Italiana di Ginecologia e ostetricia solo 1 adolescente su 4 riceve una buona educazione sessuale dai genitori. Si tratta di giovani che apparentemente sanno molte cose, ma in realtà sono privi di informazioni chiare sulla sessualità consapevole e sicura, perché la maggior parte di loro apprende notizie dai coetanei, dalla pornografia e da internet. Ma i genitori come possono correre ai ripari?


La verità fin dall’infanzia
Una regola fondamentale che i genitori dovrebbero adottare è raccontare sempre la verità ai propri figli, anche quando questi sono piccoli. Basta racconti di cicogne, cavoli o api che impollinano il fiore: i bambini nascono dal rapporto tra un uomo e una donna, i dettagli poi cambiano in base all’età. Metafore e immagini fiabesche possono soltanto confondere. L’educazione sessuale di un figlio non è da riservare all’adolescenza, ma bisogna giocare d’anticipo prima che ci si riempia la testa di strane idee.


Tappa per tappa come spiegare ai figli la sessualità
  • 0-5 anni: la scoperta della sessualità arriva fin da piccoli, quando i bambini osservano i propri genitali e quelli dei genitori; già a 2-3 anni ci si rende conto che non tutti siamo uguali. È qui che bisogna incominciare a costruire un rapporto di complicità, fiducia e comunicazione sincera. Niente discorsi tecnici ma semplicemente far passare il concetto che maschi e femmine sono diversi.
  • 6-10 anni: a 6 anni la curiosità è al massimo e i bambini sono ottimi osservatori; le domande diventano dubbi e esigono spiegazioni. Anche se il bambino non chiede è dovere del genitore stimolare la sua curiosità leggendo un libro o sfruttando situazioni come la nascita.





Il bambino/a si tocca?
Niente allarmismi, l’esplorazione dei genitali è un comportamento comune nei primi anni di vita, deriva dalla curiosità verso la scoperta del corpo e dal piacere che sentono sfiorando queste zone. Mai arrabbiarsi o sgridare il piccolo perché si sentirebbe in colpa, ma spiegargli che si può fare quando si è da soli.

Quando parlare di sviluppo
Lo sviluppo femminile e la comparsa delle mestruazioni andrebbero spiegate alle figlie fin dalla giovane età; inutile attendere il momento in cui avverrà, perché la ragazza potrebbe spaventarsi. È poi fondamentale parlarne come di una fase della vita, senza però dare troppa importanza e far capire che in quei giorni si può fare tutto, in base alle nostre forze. Per quanto riguarda i maschi, il discorso andrebbe fatto fare al papà, verso i 9-10 anni, spiegando cos’è un’erezione e la polluzione notturna.

Le cose da fare
  1. Usare pochi termini ma chiari e chiamare gli organi genitali con il loro nome. In tenera età possono andare bene termini familiari e rassicuranti come “patatina” e “fiorellino” per indicare gli organi femminili e “pisellino” per quelli maschili.
  2. Rispetto, senso di responsabilità e uguaglianza tra uomo e donna, anche nel sesso; nessuno deve sottomettere l’altro.
  3. Dividersi i compiti: è giusto che tra donne si parli di mestruazioni e pillola e tra uomini di erezione e preservativi.
  4. Rispettare la privacy del figlio, mantenendo sempre alta l’attenzione: la masturbazione è una pratica sana, purché non sia compulsiva.
Da non fare
  1. E' sbagliato non parlare di sessualità, sembrerebbe una cosa sbagliata e sporca.
  2. Non mostrarsi imbarazzati perché se il bambino se ne accorge non ci chiede nulla e quindi prende informazioni altrove, talvolta sbagliate!
  3. Usare un linguaggio sconveniente in casa.

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