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martedì 17 luglio 2012

IL NARCISISMO E L’INCAPACITÀ DI AMARE




IL NARCISISMO E L’INCAPACITÀ DI AMARE

Alexander Lowen, uno dei maggiori studiosi del narcisismo dice: “questo termine descrive una condizione sia psicologica che culturale”; infatti, mentre sul piano personale indica un disturbo di personalità che comporta un eccessivo investimento sulla propria immagine che deriva da una grande “ferita” infantile a scapito dell’identità vera, sul piano culturale il narcisismo è la logica conseguenza di una “mancanza di valori e di senso di umanità” che porta a disinteressarsi della vita, dell’ambiente e delle cose che contano,  perdendo pian piano di integrità.

Noi occidentali, possiamo sostenere – senza tema di smentita - di vivere in una società estremamente narcisista visto che appoggia soprattutto desideri  effimeri, svuotati delle tradizioni e dei valori autentici che giungono dalla nostre radici più profonde, le sole che possono  nutrire la crescita di una reale identità. Ovviamente, quando mancano valori veri non si può avere un  contatto con l’essenza e, di conseguenza, si costruisce e si investe unicamente sull’immagine di sé.

Il narcisista ha un problema che riguarda la sua “identità” e noi, popoli del benessere, siamo diventati narcisisti in quanto eccessivamente centrati su noi stessi in senso egopatico ed egoistico, fino a perdere via via sempre più contatto con la nostra essenza con il conseguente risultato di dover compensare l’identità sconosciuta con una falsa personalità che si basa esclusivamente sull’immagine che deve essere costantemente sostenuta dall’esterno.

Lowen sostiene che questo è il tipico problema delle società che hanno più ricchezza che saggezza per cui l’essere famosi ed avere successo assume molta più importanza della dignità e dell’integrità personale o, peggio ancora, dei valori umani. Sostanzialmente possiamo dire che il problema narcisistico individuale è indiscutibilmente modellato anche dal problema culturale e sociale.

In pratica, il problema di fondo del narcisista riguarda un ideale dell’Io troppo elevato che diventa impossibile raggiungere; in questo vuoto angosciante il soggetto comincia a compensare occupandosi di ciò che “vorrebbe  essere” anziché di “ciò che è”; comincia così a coltivare un’immagine ideale che, per forza di cose, dovrà  essere apprezzata, sostenuta  ed accettata dagli altri in modo da poterne ricavare quel sostegno e quel plauso di cui il narcisista ha bisogno per vivere. Nella nostra società i narcisisti vengono spesso considerati persone “vincenti”: sono infatti persone “alla moda” che frequentano i posti giusti, si vestono come si conviene, presentano un forte adeguamento alle opinioni e ai valori esterni e non coltivano nulla di personale; è così che, giorno dopo giorno, si convincono di poter “essere ciò che appaiono”; non è un bisticcio di parole giacchè questi soggetti confondono ESSENZA ed IMMAGINE e contrabbandano i loro  valori con quelli esterni che fanno trend in quanto, per poter essere accettati in modo da accettarsi, devono  rispecchiarsi negli occhi degli altri ricavando un’immagine positiva di sè.

Questo richiama al dramma di non aver “assorbito” sotanza dalle radici culturali profonde per cui, in questi soggetti, manca il senso di autostima, il valore personale e, in cambio di un’accettazione, svendono la loro identità ed autenticità.

I narcisisti devono essere sempre “perfetti”; dicono quello che gli altri vogliono sentirsi dire e, soprattutto, si sentono importanti quando giocano quel particolare “ruolo”. Non possono minimamente mettere in discussione la loro immagine poiché, nel caso, aprirebbero il vaso di Pandora che spalancherebbe le porte su quello che percepiscono  come “un orrido abisso”.

Nel contatto con gli altri sanno essere molto seduttivi e manipolatori ma sono anche condannati a “piacere per piacersi” e, di conseguenza, non si curano degli altri in senso affettivo poiché questi vengono visti esclusivamente come specchi, necessari a sostenere la loro “sceneggiata” pubblica e privata.

Si tratta di  individui che sono lontani dal mondo reale ed infatti coltivano un IO ideale e, se vengono attaccati, utilizzano una aggressività difensiva tesa a salvaguardare l’immagine che hanno dato di sé agli altri.

I narcisisti si differenziano da quelli che sono veramente fiduciosi e pieni di risorse proprio nel fatto che mostrano una esagerata “grandiosità che spesso ha tratti mitomani” che viene messa in atto per brillare sempre e comunque per gli altri; hanno una maschera potente sempre “attiva e vigile” che deve nascondere e proteggere il terribile vuoto interno. Spesso sono le persone considerate “vincenti” a livello sociale.

Sul piano relazionale i narcisisti sono dei veri anaffettivi in quanto non hanno mai avuto affetti veri e, per questo, non hanno sviluppato un Se’ autentico dotato di sentimenti profondi in grado di suggerire scelte sulla base di valori che, del resto, sono possibili solo in presenza di un IO che discrimina, valuta e sceglie. Proprio per questa deprivazione iniziale e per il tremendo vuoto interno non sono neppure in grado di assumersi delle reali responsabilità che necessitano di scelte precise e della capacità di farsene carico in seguito.
Sono praticamente dei bambini travestiti da adulti che hanno bisogno di “essere al centro del mondo” in maniera quasi autistica, incapaci come sono di penetrare dentro a sé stessi, di relazionarsi e confrontarsi con gli altri e di conoscere sé stessi.

Astrologicamente non è semplice individuare da un tema natale un vero narcisista da chi, invece, ha semplicemente problemi di identità e può mostrarsi solo un po’ troppo egocentrico.

L’astrologia fornisce ottimi indizi ma non porta mai prove inconfutabili; come dire che noi possiamo solamente intuire delle “potenzialità” in un tema natale e mai delle certezze assolute. L’oroscopo ci parla di “ingredienti di base” che poi vengono miscelati in un certo modo ed utilizzati da un singolo individuo in modo “personale ed originale”; inoltre, si aggiungerà anche l’ambiente che, in parte, modellerà l’identità della persona interagendo con essa.

Potenzialmente il narcisismo può essere indicato da una casa prima importante, spesso con una forte concentrazione di valori Aria con supporto Fuoco che, di loro danno una forte spinta verso l’esteriorità. La prima casa si riferisce proprio alla maschera ed alla personalità.. che è qualcosa di diverso dall’identità che, invece, è rappresentata dal Sole. La “maschera” è qualcosa di esterno che riflette qualcosa dell’identità; ha a che fare con quella che Jung chiamava “la persona”  nella quale il grande maestro svizzero individuava tratti di “adattamento al mondo e di cammuffamento dell’identità”; una sorta di vestito che si indossa per proteggere l’identità che è più profonda e più difficile da rintracciare.

La maschera e la personalità sono molto forti nella prima parte della vita in quanto l’IO vero è ancora “poco conosciuto”; in quella fase ognuno di noi coltiva “un’ideale” di sé stesso nel quale si riconosce; siamo infatti molto lontani dal percepire i nostri limiti e le nostre carenze che incontreremo solamente nella tappa della casa sesta che, nel  lungo viaggio verso la scoperta di noi stessi, ci farà prendere coscienza dei nostri limiti.

Una casa prima potente esige “visibilità e riconoscimento” ma evoca anche quel “rispecchiamento” da parte degli altri poiché, non essendo ancora pronto il contatto con l’essenza interiore, deve coltivare “l’immagine”  che giunge dal riflesso esterno.

E’ interessante il fatto che spesso questi soggetti presentano nel tema forti valori Venusiani, specie congiunzioni Venere Sole, che vengono poi intaccati da altri pianeti e che creano quel particolare gioco che possiamo definire una “condanna a piacere per potersi piacere ed accettare” e, quindi, a non essere mai autentici.

Nel narcisista contrariamente a quanto si pensa, non vi amor di sé, ma, al suo posto, c’è il “culto dell’immagine di sé” e sappiamo bene che l’immagine diventa una necessità assoluta dove non c’è contatto con l’essenza.

L’aspetto Sole Venere, con forti opposizioni prima settima, ci rimandano a quell’antico “rispecchiarsi” del bambino negli occhi della madre e del mondo ben rappresentato dal glifo di Venere che ricorda uno specchietto da borsetta, tipicamente femminile. Quando Venere si unisce al Sole, è come se non vi fosse un sufficiente richiamo affettivo materno e neppure un rispecchiamento che possa dare certezze e amore per cui, la fase simbiotica infantile non entra in gioco in modo perfetto e la figura d riferimento non riesce  fornire quel senso di accettazione, di amore e di valore di sé proprio nella fase in cui l’Io del bambino non c’è ancora.
Come conseguenza, il narcisista, non avendo potuto godere a suo tempo di quello sguardo “autentico e vitale” che potesse garantire il suo valore e il suo senso di esistenza, continua a cercarlo tutta la vita negli occhi degli altri, condannandosi a piacere agli altri incarnando valori che sono quelli socialmente accettati e premiati.

L’elemento Aria e Venere contribuiscono ad aver bisogno del contatto con gli altri, ma forniscono anche quel “distacco”, quelle capacità dialettiche e, soprattutto, quella “formalità” che tanto serve al narcisista per ottenere ciò che gli serve per vivere.
La mancanza di valori veri rende il soggetto camaleontico, in grado di cambiare giorno dopo giorno adattandosi con facilità alle esigenze esterne, complice anche una reale incapacità di scegliere che non crea problemi nella fedeltà a sé stesso.

Il narcisista è una persona “sola” che non può creare rapporti autentici in quanto non conosce i suoi sentimenti; in pratica un soggetto che deve “divorare” gli altri, manipolandoli nel tentativo di asservirli ai suoi personali bisogni; in pratica gli altri non vengono effettivamente considerati.. esattamente come un tempo qualcuno non ha considerato lui come qualcosa di prezioso e da amare.

Spesso, per rientrare in contatto con sé stessi, questi soggetti devono partire dal contatto con il loro corpo, fino a recuperare quel “sentire” che hanno soppresso e che non permette una vera umanità. Infatti, devono essere “compresi ed accettati” per quello che sono.. esattamente quello che non è accaduto da bambini. La parola d’ordine è “comprensione”; da piccoli non sono stati capiti e non sono stati rispettati nei loro sentimenti e, per guarire devono trovare qualcuno che accolga veramente la loro interezza.

a cura di Lidia Fassio
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